E quindi, torna ad essere Death or Glory (yet another story).

Probabilmente un giorno rideremo di tutto questo, ma per ora da ridere ce n’è ben poco, e non credo sia mancanza di senso dell’umorismo. Sono piantato da più di un mese in questo salone per scrivere la tesi. Ho avuto tre mesi per farlo, ne manca uno e mezzo, e per quanto sia felice di poter lavorare da casa ed evitarmi finalmente quell’ora di treno fino all’Università Autonoma, le cose si fanno decisamente pesanti. Sono convinto di farcela, ma la lotta più grande è sconfiggere l’amarezza di sapere di aver potuto fare di più, e la consapevolezza di non potermi nemmeno assumere le responsabilità della cosa. Un giorno, magari, ne parleremo con calma.

Per ora resta questo lunedì mattina, il caffè ancora caldo nella moka, un capitolo da corregere, un altro da scrivere, un mese e mezzo prima della consegna. Death or glory? All’inizio di questo dottorato la vedevo in maniera più idealizzata. Grandi obiettivi, grandi fatiche, grandi risultati. E per quanto scrivere una tesi di dottorato in tre mesi del “death or glory” può averne l’aria, il punto è che devo finire per iniziare un nuovo contratto, dove spero di poter far meglio di quanto fatto finora. Insomma, anche questo mio “death or glory” continua ad essere “another story”.

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